“Il gioco utilizzato per una “guerra” politica tra schieramenti opposti. Negate al settore garanzie costituzionali”

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L’intervista del Segretario Generale UTIS Avv. Sbordoni rilasciata ad Agimeg

“Contro il gioco si sta attuando una negazione delle garanzie costituzionali, in quanto non è possibile privare dei soggetti o delle aziende dei propri diritti sulla base di presunzioni o prese di posizioni politiche, continuando a reiterare comportamenti illegali e anticostituzionali. Questa situazione per il settore è insostenibile, soprattutto in questo momento”. E’ la dura posizione espressa dall’avv. Stefano Sbordoni, segretario generale della UTIS, intervenuto nella diretta Fb con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, sulla situazione del comparto giochi fermo da due mesi a causa dell’epidemia coronavirus. “Il settore è sempre considerato negativamente, in questo senso l’esempio di Salvini è eclatante: quando una qualsiasi parte politica attua un provvedimento che è possibile far passare come a favore del gioco, come ad esempio riaperture di sale scommesse, chi è politicamente dalla parte opposta dice il contrario. Il problema è che il Governo deve essere in grado di saper affrontare i problemi e non fare ordinaria amministrazione sperando di poter essere riconfermato. Se il gioco pubblico è un argomento spinoso, il Governo deve affrontarlo e non evitarlo, con riordini mancati o peggio ancora attaccarlo. Tutto questo deve finire”, ha detto Sbordoni. Per il segretario generale Utis “il gioco è un flusso incomprimibile e costante nel tempo, motivo per cui o lo si governa o qualcuno lo governa, cambia semplicemente padrone. Le uniche variabili applicabili al gioco sono la disponibilità di denaro e l’entità della popolazione, altrimenti è un fenomeno che esiste a prescindere. Il caso del Piemonte dimostra che se qualcuno non governa questo flusso, viene governato dalla criminalità organizzata. Lo Stato deve tenere la situazione sotto controllo, gli attacchi al settore sono controproducenti e a farne le spese saremo tutti quanti. Se si è normato e regolamentato male, in modo compressivo, aumenta il numero di inchieste su attività criminali sul gioco”. Sbordoni nel suo intervento ha richiamato all’unità del settore: “Non bisogna avere lotte interne che lacerano l’unità, lo scopo del settore è dare il servizio per cui è stata data la concessione. Il problema è che il settore non è trattato in maniera corretta, più si discrimina più si aprono spazi a chi se ne approfitta. Va disposta una parità di trattamento e valutata la capacità di chi governa di poter affrontare un problema spinoso. Inoltre si deve smettere di trattare gli italiani come ingenui, in quanto non hanno bisogno di raccomandazioni. Il Governo deve smetterla con i paternalismi, è come dire che non si deve andare al supermercato a comprare champagne perché non si hanno i soldi, ma questo i cittadini lo sanno benissimo”. In questo contesto critico, per Sbordoni “la scadenza dei bandi di gara è impensabile da rispettare, non ci sono le condizioni così come non c’erano già prima del diffondersi dell’epidemia. Gli investimenti si possono sostenere solamente in condizioni economiche stabili. Se il Premier chiede alle banche di mettersi una mano sul cuore, significa che non c’è alcun obbligo da parte degli istituti di credito di fornire i finanziamenti alle imprese. Senza contare che è ora di finirla con questa discriminazione tra aziende di gioco ed altre attività”, ha concluso.

Fonte: Agimeg

 

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